Tour sotterraneo a Bologna

Tour sotterraneo a Bologna

Bologna è una città antichissima piena di storie e leggende che la rendono, sicuramente, una delle città più misteriose e coinvolgenti d’Italia. Da sempre la città ospita studenti da tutto il mondo divenendo, così, un centro urbano sempre vivo e pulsante.

Secondo gli storici i primi insediamenti che hanno dato vita alla città risalirebbero all’epoca etrusca per poi passare sotto il dominio celtico e successivamente romano. Infatti durante un soggiorno a Bologna non si può non partecipare al Tour sotterraneo a Bologna.

Il Tour sotterraneo a Bologna consiste in un tragitto di 800 metri nel sottosuolo di Bologna che coinvolge il viaggiatore che ha, così, la possibilità di ammirare la Bologna romana del I sec. a.C. in un percorso senza tempo.

Il Tour sotterraneo a Bologna permette di far conoscere una parte della città a molti sconosciuta; è possibile visitare il “TORRENTE APOSA”. Bologna sotterranea fu anche utilizzata come nascondiglio durante la Seconda Guerra mondiale. L’Associazione Amici delle Vie d’Acqua e dei Sotterranei di Bologna, organizza visite attraverso i passaggi dei corsi d’acqua.

Per partecipare al Tour sotterraneo a Bologna bisogna prenotarsi (051.6232255 – 333.9347122) e il prezzo del biglietto va da 6 a 15 euro a seconda della quantità dei siti che si ha intenzione di visitare (“un sito”, “tre siti” o “itinerario”).

Piazza Maggiore di Bologna

Piazza Maggiore di Bologna

Piazza Maggiore a Bologna è la piazza principale della città e su di essa si affacciano i più importanti edifici medievali. Il primo ad essere eretto fu Palazzo del Podestà, così chiamato perché sede del podestà e dei suoi funzionari, dove venivano perciò svolte le funzioni pubbliche. Non troppi anni dopo, venne ad aggiungersi anche il Palazzo Re Enzo, come ampliamento degli edifici comunali del Palazzo del Podestà.

Ad ovest si trova il Palazzo Comunale, che attualmente è sede del Comune di Bologna, e nel quale sono ospitate le Collezioni Comunali d’Arte e anche il Museo Morandi.
A sud, si eleva la Basilica di San Petronio, la cui facciata gotica fu iniziata sul finire del Trecento e mai portata a termine.

Piazza Maggiore a Bologna è anche chiusa ad est da Palazzo dei Bianchi, risalente al XV-XVI secolo, e fra gli altri edifici che circondano la piazza può essere annoverato anche il Palazzo dei Notai.
Piazza Maggiore a Bologna iniziò a svilupparsi nel corso del 1200, come spiazzo per il mercato. Nel XV secolo, poi, assunse l’aspetto attuale, e nel 1860 fu intitolata a Vittorio Emanuele II. Solo nel 1945 assunse il nome che conosciamo oggi.

La parte centrale di Piazza Maggiore a Bologna, costruita nel 1934, è costituita da una piattaforma aperta unicamente ai pedoni e soprannominata il crescentone. Il 21 aprile 1945, un carrarmato americano provocò dei danni permanenti alla piazza, ma, ritenuti anche quelli un importante pezzo di storia, non furono mai restaurati.

La più grande chiesa di Bologna: la Basilica di San Petronio

La Basilica di San Petronio

La Basilica di San Petronio iniziò ad essere costruita nel 1390 quando, con una solenne processione, venne posata la prima pietra. Il Consiglio dei Seicento del comune di Bologna ne commissionò la progettazione ad Antonio di Vincenzo, ma la realizzazione del progetto si interruppe con la sua morte e le varie vicende politiche che seguirono.

Nel 1507 l’architetto Arduino Arriguzzi venne incaricato di riprendere i lavori e realizzò un nuovo progetto che avrebbe portato la Basilica di San Petronio a diventare più grande addirittura di quella romana di San Pietro. Il progetto non venne però mai portato a termine, e la Basilica di San Petronio rimane tuttora incompiuta, persino nella facciata, su cui si aprono tre portali: quello centrale è opera di Jacopo Della Quercia.

L’interno della Basilica di San Petronio consiste in sei ampie campate a pianta quadrata e sulle navate laterali si aprono ben ventidue cappelle ricche di opere d’arte, tra cui la “Madonna in trono” di Lorenzo Costa, il “San Rocco” del Parmigianino e un grande Crocifisso ligneo di un ignoto autore.
Sul pavimento della navata sinistra è stata realizzata la meridiana più lunga del mondo: 67,72 metri, che corrispondono alla seicentomillesima parte del meridiano terrestre.
All’interno della Basilica si trovano anche un museo e un archivio storico che custodiscono tutti i documenti relativi alla sua costruzione.

La Basilica di San Petronio è aperta ogni giorno dalle 7.45 alle 14 e dalle 15 alle 18.30.

La Basilica di Santo Stefano a Bologna

La Basilica di Santo Stefano a Bologna

Un giro a piedi nel centro storico, magari approfittando dei T-days, il sabato e la domenica, quando la zona è pedonalizzata, alla scoperta di bellezze artistiche dal valore inestimabile come la Basilica di Santo Stefano a Bologna, un posto magico, unico nel suo genere e pieno di storia, che vale sicuramente un po’ del nostro tempo.

La Basilica di Santo Stefano a Bologna a pochi passi dalla torre degli Asinelli e da piazza Maggiore, rappresenta un vero tesoro per il patrimonio artistico della città. Affacciata sulla piazza cui da il nome, già dall’esterno mostra quale sia la sua bellezza unica.
Nota anche complesso delle Sette Chiese, la Basilica di Santo Stefano a Bologna era infatti originariamente costituita dall’insieme di sette diverse chiese, purtroppo il tempo ne ha portate a noi solamente 4.

La prima, nonché accesso, è la Chiesa del Crocefisso, con struttura ad una navata, prende il nome da un crocefisso del 1300, da essa si accede poi a San Sepolcro, la più antica Chiesa della Basilica di Santo Stefano a Bologna. Da San Sepolcro si va a San Vitale ed Agricola, che racchiude ancora al suo interno una parte del mosaico sul pavimento e i sarcofagi dei due martiri bolognesi.

All’esterno si può ammirare il Cortile di Pilato, che conduce alla chiesa a pianta trasversale di Martyrium, o Trinità, che a sua volta conduce al Chiostro Medievale e da qui al museo de la Basilica di Santo Stefano a Bologna.

La Torre degli Asinelli di Bologna

La Torre degli Asinelli di Bologna

Bologna è un’antica città universitaria nota per un centro storico ricco di cultura e tradizione e per le sue storiche torri, tra le quali la più conosciuta è senza ombra di dubbio la Torre degli Asinelli. Si tratta di una città che nasce nella Pianura Padana tra le valli del Reno e del Savena ed è il capoluogo della regione dell’Emilia-Romagna.

La torre maggiore è la Torre degli Asinelli, che prende il suo nome dalla famiglia che l’ha fatta costruire tra il 1109 e il 1119, ma che è diventata famosa soltanto settanta anni dopo la data della costruzione. Con i suoi 97 metri di altezza, la Torre degli Asinelli è considerata come la torre pendente più alta d’Italia, anche se in passato si ritiene che fosse ancora più alta, prima di essere stata ristrutturata verso la fine del Cinquecento.

Nel corso del XIV, il Comune di Bologna divenne proprietario de la Torre degli Asinelli e scelse di destinarla ad un utilizzo carcerario e come fortezza. Nel corso dei secoli, numerosi fulmini hanno fatto in modo che la Torre degli Asinelli rischiasse di crollare, prima della costruzione di un provvidenziale parafulmine.
Inoltre, la Torre degli Asinelli fu anche un importante punto di avvistamento durante la Seconda Guerra Mondiale.

 

I Passatelli alla bolognese

I Passatelli alla bolognese

Passatelli alla bolognese costituiscono un importante piatto legato alla tradizione emiliana e consistono in un particolare formato di pasta fresca, interamente realizzata a mano con la maestria tramandata da generazione in generazione. I passatelli alla bolognese sono grossi spaghetti ruvidi, dal diametro di 4 mm e lunghi circa 4 cm, buonissimi con il brodo di carne.

passatelli alla bolognese vengono preparati attraverso un impasto di pangrattato, uova e parmigiano e per renderli più saporiti e speziati si aggiunge noce moscata e la scorsa di limone,a seconda dei gusti. L’impasto dei passatelli alla bolognese si mette in un apposito attrezzo formato da un disco di metallo leggermente bombato, largo 15cm di diametro. Ottimi da gustare e facili da preparare, con pochi ingredienti si ottengono piatti ricchi e saporiti, molto apprezzati anche nelle altre zone di Italia.

passatelli alla bolognese, per essere perfetti, devono essere cotti in maniera esatta, ancora freschi, poiché una volta seccati potrebbero sciogliersi nel brodo e risultare troppo pastosi. Occorre cucinarli nel brodo e scolarli quando riaffiorano in superficie. I tempi di cottura sono molto bassi rispetto alla pasta tradizionale e vanno serviti con il brodo e una spolverata di parmigiano grattugiato.

I Portici di Bologna

I Portici di Bologna

Con l’istituzione dell’antica Università di Bologna, nel 1088, la città conobbe un forte incremento della popolazione per via dell’arrivo di numerosi studenti e letterati. Contemporaneamente, anche i portici di Bologna, che ad oggi misurano ben 40 chilometri in lunghezza, conobbero una loro estensione, anche e soprattutto perché, duecento anni dopo, con uno Statuto, il Comune stabilì che ogni nuova abitazione dovesse avere un portico in muratura; e che ne fosse aggiunto uno lì dove mancava alle case già costruite. Questo perché i portici avrebbero offerto un riparo ai viandanti e avrebbero reso abitabili pianterreni altrimenti umidi e inospitali.

Potremmo distinguere i portici di Bologna in due gruppi maggiori: i portici medievali e i portici rinascimentali.

Casa Isolani in Strada Maggiore è forse l’esempio più famoso fra i portici di Bologna medievali. Eretto intorno alla metà del 1200, il portico è sorretto da travi in legno di quercia molto alte e presenta uno stile romanico-gotico. Fra i portici di Bologna medievali va ricordato, per importanza, anche quello di Palazzo del Podestà, che si affaccia in Piazza Maggiore e che è famoso per l’effetto acustico delle sue volte, ma anche per le formelle a motivi floreali che lo decorano.

Fra i portici di Bologna rinascimentali, invece, possiamo ammirare il portico della chiesa di San Giacomo Maggiore, situata in via Zamboni, il portico di Palazzo Bolognini e quello delle Case Beccadelli. Non va, infine, dimenticato il portico “dei Bastardini”, in via D’Azeglio, sotto le cui volte si trovava, fino al 1797, l’orfanotrofio cittadino.

Come cucinare la Galatina di Cappone

Galatina di Cappone

Per preparare la Galatina di Cappone per prima cosa portate una pentola d’acqua salata a ebollizione e immergete il cappone per circa 15 – 20 minuti poi lasciatelo freddare e staccate la pelle in pezzi grandi. Spolpate e tritate la carne assieme a quella del prosciutto cotto e del vitello. Rimestate tutto in modo da amalgamare per bene il composto di carne.

Continuate la preparazione della Galatina di Cappone preparando il brodo: portate a ebollizione una casseruola d’acqua con la carcassa del cappone, l’osso del manzo e le carote.

Con il trito di carne formate un polpettone che avvolgerete nella pelle di Cappone e poi in pellicola da cucina legando le estremità per dare una forma al polpettone. Lasciate riposare la vostra Galatina di Cappone.
Ora dovete colare il brodo e immergere al suo interno il polpettone che ascerete bollire per circa 3 ore e mezzo o finché non sarà pronto. Sgocciolate il polpettone, copritelo e poggiate sopra un peso, facendo attenzione che sia ben distribuito in modo da appiattirlo uniformemente e fate raffreddare a temperatura ambiente.

La Galatina di Cappone è quasi ultimata, fate raffreddare il polpettone, poi tagliatelo a fette sottili e posatele su un piatto da portata, che decorerete con piselli e carote cotti al vapore o con le classiche e intramontabili patate al forno. Portate in tavola.

I segreti per un ottimo bollito di carne

Bollito di carne

Dimenticate i dadi, e non intendo quelli a scopo ludico, bensì quelli alimentari. Non ci servono concentrati, ma concentrazione. La ricetta non è di difficile preparazione, ma richiede pazienza per via dei lunghi tempi di cottura, in questo caso bollitura.

Per fare un ottimo bollito di carne armatevi di pazienza, come già consigliato, e di questi ingredienti: Carne bovina per bollito 1kg, 1 Cipolla, 2 coste di sedano, 1 carota, 1 ciuffo di prezzemolo, 1 rametto di timo, 3 foglie di alloro, 3 chiodi di garofano, pepe, sale grosso.

Ora, ponete sul fuoco una pentola per bollitura con dentro dell’acqua, unite la cipolla pelata e steccata con i chiodi di garofano al suo interno, la carota anch’essa sbucciata, il sedano e le erbe aromatiche (timo, prezzemolo, alloro) in mazzetto.

Quando l’acqua è in ebollizione salate e aggiungete la carne, per evitare che il bollito di carne si sfilacci si consiglia di legare il pezzo con dello spago per non fargli perdere la forma.

Il segreto per un ottimo bollito di carne sta nell’immergere il taglio quando l’acqua bolle e non prima, otterrà così una morbidezza e un sapore unici. Rimuovete con un mestolo forato le impurità che affioreranno. Aggiungete il pepe e cuocete a fiamma bassa.

Lasciate il bollito di carne a cuocere per circa 3 ore, controllando ogni tanto il livello di cottura. Forate la carne e lasciate che sgoccioli. Servite tagliando a fette il bollito di carne e accompagnate il tutto con delle salse, es. maionese, mostarda…

Cotoletta alla bolognese: un tipico secondo emiliano

Cotoletta alla bolognese

La cotoletta alla bolognese può essere realizzata sia con la carne di vitello che con quella di pollo.

Con il batticarne appiattisci la fettina di carne e aggiusta di sale e di pepe. A questo punto sbatti in una ciotola un uovo con il parmigiano reggiano e un pizzico di noce moscata e disponi su un piatto piano del pan grattato. Immergi la fettina di carne nell’uovo e poi passala nel pangrattato assicurandoti che esso aderisca perbene su entrambi i lati.

La cotoletta alla bolognese tradizionalmente viene fritta, ma se la preferisci più leggera ti consigliamo di cuocerla nel forno. In entrambi i casi ricordati di eliminare dalla cotoletta alla bolognese il pangrattato in eccesso e, a cottura ultimata, disponi su di essa una fetta di prosciutto crudo, una di trifola (particolare tipologia di tartufo bianco che si coltiva in diverse aree dell’appennino tosco-emiliano) e qualche scaglia di parmigiano; a tal proposito ricordiamo che è da preferire quello poco stagionato, in modo tale che si sciolga più facilmente.

Infine impiatta la tua deliziosa cotoletta alla bolognese e servi calda accompagnata con un contorno di insalata fresca e colorata.